La Stanza della Memoria. Mostra Fotografica
“Un paese vuol dire non essere soli, sapere che nella gente, nelle piante, nella terra c’è qualcosa di tuo, che anche quando non ci sei resta ad aspettarti”. Sono queste le sensazioni, prendendo a prestito le parole di Cesare Pavese, che coglie il visitatore della mostra fotografica del prof. Antonio di Leo che si tiene nel superbo Palazzo delle Culture in Canna. Sensazioni ancora più forti per chi stando lontano prova nostalgia per quei posti, che siano il Mercato (u murchet’), la Piazza (a chiazz’), il Campanile, gli alberi (i truf’), per quei volti. Nel contempo non si può non rilevare una marcata componente culturale insita nella storia dei palazzi gentilizi cannesi. Particolari sfuggiti a noi distratti, ma colti dal prof Di Leo, come la scritta incisa su pietra, in via Soccorso, che rimanda a Catone “Nemo sine crimine vivit” (nessuno vive senza commettere colpe). La tecnica fotografica usata è quella basata su fondo in bianco e nero arricchita da improvvisi squarci di colore, interpretata con tale maestria, da rilasciare magiche atmosfere sognanti. E quelle porte chiuse che al primo impatto lasciano un senso di vuoto, improvvisamente pullulano di vita vissuta. Ci si sente più forti portando nel cuore e nella mente quei luoghi.
Giovanni Potente di zio Leandro