Poesia n. 13 del 27 settembre 1996 Ritorna allĠindice CANNA Ricordo confuso del tempo passato, di un luogo presente nel cuore dei sogni. Desiderio profondo di strade tortuose, scoscese, racchiuse da case pietrose dai tetti spioventi; tegole immobili su rondini stanche. Scorrono le immagini di un mondo festoso tra bimbi chiassosi e uomini affranti. Ritorna dĠun colpo il tempo presente in luoghi diversi forse anche pi belli; non certo pi amati. Poesia n. 22 del 7 agosto 1997 Ritorna allĠindice FIUMARA DĠESTATE Argini corrosi da acque tumultuose discese da calanchi vicini, dopo piogge improvvise, violente; pietre infuocate e sparuti oleandri fioriti. Fiumara dĠestate, stanca e inaridita dal sole. Poesia n. 35 del 4 ottobre 1997 Ritorna allĠindice LA QUERCIA Hanno violentato il ricordo della quercia contorta nel giardino dei sogni! Hanno costruito le case, funeree lapidi di un sogno svanito. Il cuore furente grida al vento il suo dolore straziante. Urlo di morte si porta via. Poesia n. 61 del giugno 1998 Ritorna allĠindice LE SPERANZE INTERRATE Il risveglio del contadino e dello stanco compagno di lunghi silenzi  nei primi chiarori, sulla strada sterrata ornata di macchie e giunchi e solitari ginepri. LĠincerto cammino porta il d“ lˆ dove sono interrate le proprie speranze: aridi campi, oltre il torrente, tormentato dal pianto di tristi giornate o dal freddo assolato di candide cime. Solo lĠodore di ginestre in fiore cheta lĠardore nella novella stagione, denudando il suo corpo ferito. Poesia n. 64 del 28 luglio 1998 Ritorna allĠindice CROCCHI Formavano dei crocchi sotto lĠalbero dei sogni a consumare lĠattesa, mentre il vento si portava la calura dei pensieri. Di quelle persone non cĠ pi nessuno;  rimasto solo il mio cuore a ricordarle Poesia n. 69 del 30 agosto 1998 Ritorna allĠindice ROSA SCARLATTA Tra le case dove vidi lĠaurora ho ritrovato la rosa scarlatta vestita di petali, oramai secchi. Nel tempo delle prime emozioni voleva inebriare il mio cuore ma era stato rapito dal profumo di una primula rossa e in luoghi lontani fu portato a sognare. Poi il vento ha disperso i profumi. Poesia n. 79 del 10 ottobre 1998 Ritorna allĠindice VERMIGLIO SPECCHIO Chinato sul vermiglio specchio affiorano i ricordi. Un sospiro consuma quel rossore, lentamente; mentre lĠebbrezza svuota i suoi tormenti. Poesia n. 86 del 14 dicembre 1998 Ritorna allĠindice FOCE Come si lascia la foce del torrente, che del cuore  turbolenza la sua vista, e si risale verso silenziosi tetti, lˆ nel declivio della cima calva, inseguono i pensieri i luoghi amati che dei sogni miei sono graffiti. Il torrente  compagno in questo viaggio ed ogni pietra bagnata dal flusso dei ricordi, accresce il rossore traditore di emozioni mai sopite per quelle case abbandonate, vuote. Poesia n. 91 del 28 gennaio 1999 Ritorna allĠindice SELCI Da ogni selce di desolate strade sfavilla vivido il ricordo di porte socchiuse. A sera, profumavano il passo le magre pietanze e un brulichio di torme affluiva nellĠagorˆ dei sogni. Il tempo ha sprangato ogni cosa; di tanti nemmeno un alito. Nel cipresseto sono allineate le croci dei miei ricordi.. Poesia n. 98 del 1 maggio 1999 Ritorna allĠindice PARTENZA Se ne parlava da giorni; quanti sospiri riempivano i silenzi, fino a sera, sui gradini di una stele, memoria di immonda guerra. Allora, partirai! Pi non verrai a valle del paese a dissetare la tua arsura. Da domani cercheremo i tuoi silenzi, che lĠallegria porterai altrove. Lunga fu la notte a ripassare il tempo come sfogliando un libro di avventure; i ricordi erano la sola compagnia, pi dei sogni del domani. E il gallo poi cant˜ una nenia al cuore; da quelle case non poteva andare via. Poesia n. 114 del 17 febbraio 2001 Ritorna allĠindice VALLE DEI SILENZI Di una campana lĠeco si dissolve nella valle dei silenzi. Le amate voci sono a me nascoste, come talpe rinchiuse nelle tane. Ondeggia unĠombra, sulla strada lastricata di molte assenze. Canta una nenia il passo, al suono del rintocco, e come il sole a sera di penombra ricopre ogni respiro. Poesia n. 121 del 7 maggio 2001 Ritorna allĠindice NEL BUIO SEI COMPAGNA Nel buio sei compagna; lontano la luce ti conduce. Alle tue sponde sono aggrappati di un tempo i miei risvegli. Accresce lontananza. Tu paziente attendi come eco il mio ritorno; in te riposeranno le stanchezze. Poesia n. 122 del 24 giugno 2001 Ritorna allĠindice NUOVO VESTITO Un nuovo vestito di bianco candore nasconde le rughe del tempo. Inghirlandata di sparuti gerani, pronta per nuovi sospiri; ma di ricordi si riempie il tuo album, scolpito su gelide lastre. Poesia n. 129 del dicembre 2002 Ritorna allĠindice LONTANANZA Non desta il sonno Il gallo alla buonĠora: non cĠ pi da ore. Negli spazi fumosi dei ricordi come un airone plano; tra glĠintricati rami della giungla apro nuove vie alla memoria. Non intendo, se non la lontananza. Il silenzio si fa ombra. NellĠombra pi copioso  il flusso di un ruscello. Poesia n. 138 dellĠ11 maggio 2004 Ritorna allĠindice RADICI Amate pietre unite ad una ad una da lontani sudori ormai asciugati, il tempo vi ha lasciato il colore della notte. Ne vostro grembo poche voci, come sulle strade lĠeco di un passaggio; tante sono chetate; immortalate insieme per non disperdere la gioia del ricordo. Anche il raglio della Beppa a prima ora si  spento come a sera la giornata. Bimbo dove corri? Prendi per mano chi traballa; un tempo saldo sulle gambe. Su, non andare! EĠ come calpestare foglie ormai ingiallite E tu, vegliardo, non mi riconosci? Sono lĠamico di stagioni ormai lontane; compagno di svolazzi sui petali odorosi come farfalle, assaporando il nettare dei tormenti. EĠ tempo di risveglio! Nei sogni giacciono le radici Poesia n. 167 del 29 settembre 2007 Ritorna allĠindice VOGLIA DĠOSTERIA Lasciatemi andare allĠosteria; non per cantare! Voglio consumare ad uno ad uno ogni pensiero che come un peso grava sul mio scrigno. Quanti siamo stasera! Tante solitudini, col gomito sul tavolo e la mano a puntellare i propri pensieri. Oste, un rosso cupo come colui che cerca lĠultima schiarita. Ma non riflette che ombre: le mie e sue ombre che non lasciano alcun varco per sognare il cielo dĠazzurro colorato o di stelle quando  buio illuminato. Lass, gli occhi vedono solo rancori che sono pi delle stelle; carezze, baci e dolci suoni sono andati nel mondo che non cĠ. Ancora un buon bicchiere, amico di sventura! Su bevi, bevi anche tu, tanto per gustare. Alla salute! E venga lĠallegria, da tempo nascosta oltre i recessi . Vedrai che arriverˆ e come un albero dal vento ci spingerˆ nel buio di una stanza. A vegliare! Poesia n. 171 del 28 gennaio 2008 Ritorna allĠindice LĠORA DELLE OMBRE Scende felpata la bruma dal declivio che come un velo copre le tante assenze. Suono non ha il canto di cicale e di grilli su steli abbarbicati. Da troppo tempo, dietro sprangati usci, pi non si respira! In silenzioso andare rianimano le strade lontane voci. Si destano, come lucciole nellĠora delle ombre, per rinverdire prati di fiori appassiti. Recensione di Bice Di Giacomo :ÒLavoro sottile e raffinato, di apparente sottrazione di suoni e presenze, per introdurci nel luogo della solitudine mediante un linguaggio di forti suggestioni e grande musicalitˆ, In un ovattato intreccio di passato e presente si rompe il silenzio. Voci e respiri passati riecheggiano. EĠ il gioco dolce e spietato della memoriaÓ Poesia n. 204 del 26 maggio 2009 Ritorna allĠindice MASSERIA Fiori di oleandro nel torrente arso e nel declivio ginestre in festa. Un asino svogliato dorme allĠombra di una quercia amica e il contadino, prono nel campo di verzura, sĠincupisce al sole. Cos“ appare il giorno di un tempo consumato. Poesia n. 205 del 29 maggio 2009 Ritorna allĠindice FONTANA Dalle viscere della terra, di me impregnata, fuoriesce limpida fresca dissetante, come il tuo apparire dopo tanta assenza, flussi dĠacqua in bocche consumate. Si ferma il contadino con il suo compagno dĠavventura; porta a casa il peso della stanchezza quotidiana. Uno beve! LĠaltro si disseta nella vasca che riflette cerchi concentrici di rimpianti. Pi gi, come ragnatele a tessere il mosaico di storie amare, le mamme a strofinare stanche intimitˆ. Ma la stanchezza non si avverte con il canto che accompagna il lavorare come il soldato prima dellĠattacco. Fontana di asciugate arsure pi non odo del tuo fluire il canto; e al vento lascio per te un pensiero perchŽ rinverdisca il crepuscolo di questo tramonto che si spegne. Recensione di Bice Di Giacomo: Una scintilla della mente accende il ricordo e divampa un flusso di memorie. Immagini fresche e intatte di un presente ormai remoto, nel tempo e nello spazio. Rivive lĠemozione di uno sguardo precocemente vivo e attento ora adombrato dal velo della nostalgia. Poesia n. 217 del 4 luglio 2009 Ritorna allĠindice CONTADINO STANCO A sera il contadino stanco su di un ceppo abbandonato perchŽ il tempo lo divori. Tace il grillo e la cicala canterina lo illuderˆ domani con un nuovo canto. SĠode solo il silenzio del vespro che si sveglia mentre i pensieri svolazzano come stormi migratori in un cielo senza stelle. Recensione di Bice Di Giacomo: Quadro agreste di stanca solitudine. Il tempo, rotto dal silenzio, libera pensieriÉvoli di desideri senzĠali. Poesia n. 229 del 17 settembre 2009 Ritorna allĠindice TERRA Quando dĠoro ti ricopri sei fuoco che non brucia e se la brezza soffia sullĠarsura sĠinchinano le spighe a te legate. Nelle tue viscere cĠ la morte e cĠ la vita come stagioni che si alternano nel tempo! Ma se accogli le gocce di una fronte che rivolta la tua durezza la morte diventa germe di nuove storie. Oh terra madre, come figlio ingrato a te appeso, ti denudo ti rivesto e ti snaturo! Ma quando il freddo avvolgerˆ il mio corpo nel tuo grembo sar˜ terra anchĠio! Recensione di Bice Di Giacomo: Lirica asciutta dal suono maturo, distaccato e coinvolto. Con occhio filiale, l'autore coglie tutta la drammaticitˆ della vita e del suo dipanarsi. Lo fa con questo Canto/Omaggio alla terra, madre di tutte le madri, che tutto dˆ e tutto poi riprende con lo stesso, sempiterno abbraccio d'amore. Poesia n. 234 del 31 ottobre 2009 Ritorna allĠindice LA RONDINE Lo sguardo si posa sulle tegole antiche mentre una rondine se ne sta nel desertico nido senza pi ali. NellĠattesa di un ritorno come un vecchio contadino scruta il cielo ombroso! Poesia n. 245 del 3 gennaio 2010 Ritorna allĠindice PASSEGGIATA SERALE Quando il sole si adagiava stanco oltre le cime, su quella strada arsa sĠincrociavano i gitanti: piccoli gruppi in cerca di una brezza e volti affranti dopo tanto faticare. Qualcuno si sdraiava sulle pietre murate a vista aspettando una stella che scaldasse il cuore. Pi avanti il ponte dirupato: nelle viscere nidi di corvi a riempire lĠaria di striduli suoni. La timpa ricoperta di scaglie bianche come fiocchi di neve che ai suoi piedi scendevano lente; e lĠinnocuo ruscello che con le piogge sbranava la strada. In quelle calde serate sbocciavan gli amori come acerbi frutti che lĠautunno appassiva. Dopo anni, mi ha accolto un rumoroso silenzio di sterpaglie dondolate dal vento; assenze e sogni sepolti in storie mai nate. Solo il cielo  immutato! Ma invano risplende senza pi il coro di voci o solitari pensieri che parlan dĠamore. Recensione di Bice Di Giacomo: Con il tocco lieve della carezza, lĠautore apre squarci di memorie che, libere, in poetico flusso narrativo, si addensano, tra veli di malinconia, in teneri, pulsanti ricordi.