Un percorso senza fine

Presentazione del libro “Un percorso senza fine” del Dott. Giuseppe Rossi

Agosto 2004. Il dott. Giuseppe Rossi, medico e persona molto amata a Canna, ha presentato un suo libro “Un percorso senza fine”. Vi propongo con le immagini l’evento di quella splendida giornata.

“Non vi è professione che permette di elevarsi così in alto come quella del medico.”
Nietzsche

PREFAZIONE
Si fanno le riforme, si inventa il Federalismo sanitario, si butta all’aria la sanità con i tagli, si ingigantiscono, di proposito, i casi di malasanità, si effettuano interviste per identificare strutture sanitarie altamente funzionanti, si cerca l’efficienza dappertutto, ma al centro del servizio sanitario c’è l’ammalato con le sue richieste, che non sono mai molte: un facile accesso alle cure, gli interventi di qualità a costi bassi, addirittura gratuiti e, soprattutto un rapporto umano con chi lo cura.
La fiducia del malato verso il curante non è legata solamente al giudizio sulle sue capacità tecniche, ma fa riferimento anche alle sue caratteristiche umane.
La solidarietà verso gli ammalati non consiste soltanto nel garantire una copertura assistenziale o nel promuovere una lotta sociale, ma deve esprimersi nella vita quotidiana moltiplicando ed umanizzando l’assistenza verso i singoli individui.
Per chi è preoccupato ed isolato nella sua malattia, un lenzuolo pulito, un pasto caldo all’ora giusta, una risposta garbata e puntuale, un sorriso o una carezza, un atteggiamento premuroso, non costituiscono solo un conforto momentaneo, ma sono la dimostrazione, in antitesi anche agli egoismi di una certa società edonistica, che gli uomini possono essere fratelli, agire insieme e migliorare ogni giorno le basi di convivenza.
Padre Pio da Pietrelcina, durante l’inaugurazione della “Casa Sollievo della Sofferenza” di San Giovanni Rotondo, rivolgendosi ai medici così disse: – Voi medici, voi avete la missione di curare il malato, ma se al letto del malato non portate l’amore non credo che i farmaci servano molto -.
Per me questo messaggio è stato un dogma e ho cercato di diffonderlo tra la classe medica quando ne ho avuto l’opportunità e continuerò con costanza e fermezza a farlo, convinto come sono della verità insita nel vecchio detto latino:”guttaz scavat lapidem, non vi sed saepe cadendo”.
-Un grazie di vero cuore a tutti i miei assistiti per la stima e l’amore che mi hanno sempre riservato;
-una doverosa riconoscenza a coloro che hanno acconsentito a farmi pubblicare la loro storia;
-un auspicio che i medici, affiancati dai loro pazienti, possano tracciare un nuovo percorso che conduca non solo alla scoperta dei sintomi, alla diagnosi ed alla terapia della malattia, bensì al benessere psicofisico dell’ammalato, secondo un’ampia visione olistica della medicina moderna.
L’autore
1)La goccia scava la pietra non con la forza, ma spesso cadendo.